I nei, noti anche come nevi melanocitici, sono formazioni cutanee benigne costituite da un accumulo di melanociti, le cellule responsabili della pigmentazione della pelle. Generalmente innocui, devono però essere monitorati con cura e assiduità, soprattutto quando si ha una familiarità per generare delle complicanze mediche rispetto a questi piccoli, e talvolta caratteristici, puntini sulla pelle.
Scopriamo insieme l’importanza della prevenzione dermatologica e gli step da eseguire per preservare la propria salute.
Iniziamo con una breve definizione: nei o nevi?
I nevi, conosciuti comunemente come nei, sono delle macchie pigmentate figlie dello sviluppo dei melanociti, le cellule che producono la melanina. Possono assumere tonalità, forme e ampiezze differenti. Per quanto riguarda la consistenza, possono essere impercettibili al tatto o presentare superfici pelose, rugose e lisce.
Nella maggior parte dei casi queste discromie sono presenti sin dalla nascita, sebbene sia molto probabile che la quantità possa aumentare nel corso degli anni e in particolare entro i 30 anni. Con il passare del tempo è possibile notare nei nevi un cambiamento nella forma e nel grado di pigmentazione, pertanto, un controllo periodico è necessario per accertarsi che siano totalmente innocui.
Che cosa è la mappatura dei nei?
La mappatura dei nei è un esame dermatologico che permette di determinare la presenza di macchie sospette. Si tratta di un esame non invasivo che viene eseguito da un dermatologo professionista, il cui obiettivo è monitorare eventuali cambiamenti nel colore, nella dimensione e nella forma della discromia.
Questa valutazione è fondamentale per diagnosticare il melanoma o altre malattie della pelle. In particolare, il melanoma è un tumore maligno generato da una trasformazione dei melanociti e colpisce la cute, gli occhi e le mucose. È importante precisare che la mappatura deve essere svolta necessariamente su tutte le aree del corpo, compresi i palmi delle mani, le piante dei piedi e le zone genitali.
La mappatura dei nei e la conseguente visita dermatologica dovrebbe essere eseguita una volta all’anno nei soggetti a rischio e nei bambini, mentre in tutti gli altri casi può essere sufficiente fare prevenzione una volta ogni due anni.
Chi si occupa della mappatura dei nei?
La mappatura dei nei viene eseguita da un medico specializzato nella cura della pelle, dei capelli e delle unghie, il dermatologo. Questa figura ha il compito di diagnosticare eventuali problematiche cutanee nei soggetti di qualsiasi fascia d’età.
Per eseguire l’esame dermatologico viene utilizzato il dermatoscopio, uno strumento ottico che analizza le cellule delle discromie. Inoltre, tramite l’impiego di una lente dotata di telecamera HD è possibile osservare da vicino le lesioni cutanee registrando quali potrebbero rivelarsi pericolose.
Questo processo deve essere svolto su entrambe le metà del corpo, affinché sia possibile raccogliere e memorizzare digitalmente tutte le immagini che verranno esaminate dal dermatologo.
In questo modo, il medico potrà procedere con l’analisi approfondita delle caratteristiche e peculiarità di ciascun neo.
A che età cominciare la prevenzione?
Prevenire è fondamentale per escludere la possibile presenza di tumori cutanei. Fin dai primi anni di vità è importante che i bambini siano sottoposti periodicamente a visite di controllo, cosicché, il medico possa monitorare la nascita di nuovi nevi e i relativi cambiamenti.
Alcune categorie di persone sono tenute a rivolgersi ad un dermatologo più frequentemente rispetto agli altri soggetti perché presentano una maggiore probabilità di sviluppare un melanoma. Nel dettaglio, esistono alcuni fattori che influiscono sulla formazione dei nei, tra cui:
• esposizione al sole: i raggi solari possono causare un aumento delle dimensioni e un cambiamento della tonalità da non sottovalutare;
• carnagione: gli individui con la pelle, gli occhi e i capelli chiari rischiano maggiormente di contrarre un tumore rispetto a coloro che hanno una carnagione olivastra o scura;
• familiarità: avere familiari che sono stati colpiti dal melanoma potrebbe aumentare il rischio di svilupparlo.
Quindi, soprattutto per i soggetti a rischio, effettuare controlli periodici consente di minimizzare il rischio che si presenti una malattia cutanea.
I segnali da non ignorare
Osservare regolarmente i propri nei è importante per percepire eventuali campanelli d’allarme. Nel dettaglio, seguendo la regola mnemonica “ABCDE” è possibile identificare quali discromie potrebbero essere pericolose e sospette.
• asimmetria: un cambiamento repentino nella dimensione e nello spessore potrebbe comportare lo sviluppo di una malattia cutanea;
• bordi: se i margini risultano irregolari o frastagliati è necessario approfondire la questione;
• colore: non deve essere sottovalutata la presenza di tonalità disomogenee nella stessa lesione cutanea;
• diametro: possono rivelarsi rischiosi i nevi con un diametro superiore 6 mm;
• evoluzione: non bisogna ignorare quelle discromie che crescono troppo velocemente.
Nel momento in cui si dovesse notare la presenza di una di queste caratteristiche atipiche è fondamentale rivolgersi ad un dermatologo per indagare sulla natura di questi cambiamenti.
Cosa fare se si rompe un neo?
La rottura di un neo è un fenomeno comune dovuto a diversi fattori, nella maggior parte dei casi, è provocata dall’eccessivo sfregamento contro abiti o accessori. Sebbene, non aumenti la probabilità che si evolva un melanoma, è importante non sottovalutare eventuali sanguinamenti e fratture.
Per contrastare nell’immediato la situazione deve essere applicata una crema antibiotica al fine di bloccare la formazione di sovra-infezioni che potrebbero nascondere lo stato reale del neo. Successivamente, è necessario rivolgersi ad un dermatologo per verificare le reali condizioni della lesione.
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